In questo articolo ti parlo degli straordinari nuraghi del Supramonte di Orgosolo. La loro bellezza sta nell’unione tra la maestria dell’architettura nuragica e gli scenari naturali mozzafiato del Supramonte.
Il Supramonte
Il Supramonte oggi è una delle zone più selvagge e incontaminate della Sardegna, ai nostri occhi moderni sembra quasi inaccessibile. Tant’è che molte persone si domandano come sia possibile venire a costruire e vivere proprio qui, in luogo così isolato e aspro. Oggi infatti, per raggiungere questi nuraghi è necessario fare ore di trekking, persino avvicinandosi con un fuoristrada. Ma prima di rispondere a questa domanda, ti ricordo che abbiamo parlato delle meraviglie naturali del Supramonte di Orgosolo in questo articolo.
Tra i numerosi siti archeologici del Supramonte di Orgosolo, molti dei quali risalenti all’epoca nuragica, tre meritano senz’altro una descrizione più dettagliata. Primo fra tutti il maestoso, bianco, Nuraghe Mereu, nome originario Nuraghe de intro e Padente.
Il Nuraghe Mereu
È un nuraghe complesso in discreto stato di conservazione che sorge su uno sperone roccioso naturale, in posizione naturalmente rilevata. Dalla sua cima (che in origine era ben più alta) si può godere un panorama stupendo: vedere l’imponente Gola di Gorropu dall’alto e dominare visivamente tutta la foresta millenaria di Sas Vaddes. Dalla cima del Nuraghe Mereu non sfuggirà certo la vicinanza e il collegamento visivo con il Nuraghe Presethu Tortu, conosciuto anche come Nuraghe Gorropu.
La camera del piano terra della torre centrale è in buono stato di conservazione e conserva ancora intatta la tholos, con la sua volta alta circa 5 metri. Il cortile interno è purtroppo invaso dai crolli, ma comunque leggibile. La torre principale è collegata tramite murature rettilinee a bastione a un avancorpo, a due torri secondarie e altri ambienti. Dal bastione si entrava in un piccolo cortile interno, dal quale si aveva accesso alle altre torri.
Il Nuraghe Presethu Tortu o Gorropu
Il Nuraghe Presethu Tortu ha diverse particolarità. La sua struttura è condizionata dalla forma allungata dello sperone roccioso su cui sorge, con una parete strapiombante per una notevole altezza sui lati nord e ovest. Sul versante est è protetto da un grande bastione allungato che è leggibile nella sua completezza e si conserva bene in elevato, con un’altezza media di 3,5 metri lungo tutta la struttura.
La torre principale è conservata relativamente bene, ma l’accesso è impossibile a causa dei crolli che ne hanno obliterato l’ingresso e che circondano tutta la torre. L’ingresso non è attualmente individuabile. Lo svettamento del nuraghe è attualmente di circa 6 metri.
Nuragheddu
Concludiamo questa descrizione dei Nuraghi del Supramonte di Orgosolo con il Nuraghe Nuragheddu (o Nuraccheddu). Questo nuraghe si affaccia sull’ampia distesa piana di Campu Donanigoro, anch’esso posizionato su un basamento calcareo in rilievo. La particolarità di questo nuraghe sta nel fatto che nonostante le proporzioni ragguardevoli e il monumentale ingresso con l’architrave ancora in posto, esso non si conservi che per pochi metri. Poiché nell’area interna e circostante al nuraghe non si rilevano tracce di crollo è stato ipotizzato che questo nuraghe non sia mai stato concluso.
Perché allora secondo te i nuragici hanno pensato di costruire in luoghi apparentemente così difficili?
La risposta sta semplicemente in un cambio di prospettiva. Basta osservare i resti dei tanti ovili tradizionali, abbandonati solo pochi decenni fa, per comprendere come un luogo oggi inospitale e difficile da raggiungere potesse invece rappresentare nell’antichità una risorsa importante. In un mondo dove si andava a piedi, in una Sardegna ricoperta quasi ovunque di foreste, la fatica di arrivare in Supramonte non era poi tanto maggiore di quella richiesta per arrivare in luoghi che oggi per le nostre logiche e infrastrutture sono assai più accessibili.
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